Mahindra

Mahindra: il colosso indiano nato dalla produzione di auto

Il marchio Mahindra, conosciuto relativamente poco qui in Europa, nasce al termine del secondo conflitto mondiale come produttore su licenza della Jeep Willys americana. Nel giro di pochi anni, dopo diverse nuove società e joint venture, si stabilisce come una delle più grandi società indiane in attività, diversificando i settori di investimento. Tra trattori, automobili, agenzie di viaggi e macchinari, Mahindra ancora oggi è un grande nome e un motivo di orgoglio per l’India. Scopriamo insieme la sua storia e le tappe fondamentali!

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Mahindra: un marchio nato durante la guerra


La storia del marchio ha origine dalla visita di K.C. Mahindra negli Stati Uniti come presidente della India Supply Mission. Dopo aver incontrato Barney Roos, inventore della robusta Jeep, Mahindra fa una domanda molto importante: un veicolo che ha dimostrato la sua indistruttibilità sui campi di battaglia della seconda guerra mondiale non risulterebbe l'ideale per le difficili strade e autostrade indiane?
Con questa idea in mente, il J.C. e K.C. Mahindra si unirono a Ghulam Mohammed, una figura illustre della società indiana, per fondare, il 2 ottobre 1945, Mahindra & Mohammed. L'azienda iniziò la sua produzione sotto forma di franchising dedicato all'assemblaggio di jeep di Willys. Inizialmente solo il 10% dei componenti veniva prodotto nel paese asiatico ma due anni dopo, quando l'India diventa una nazione indipendente, Mahindra & Mohammed cambia il suo nome in Mahindra & Mahindra (dopo l’emigrazione dell'ex partner in Pakistan, dove in seguito sarebbe diventato Primo Ministro delle Finanze).

La produzione Mahindra viene diversificata


Dal 1954, l'azienda iniziò a collaborare prima con la Willys Overland Corporation e, successivamente, con Jeep Corporation e American Corporation nella produzione della sua Jeep. Due anni dopo, la compagnia indiana fu già quotata alla Borsa di Bombay. Nel 1958 Mahindra produceva 5.500 unità all'anno dei modelli CJ-3B e CJ-4, una variante a corpo lungo della Willys prodotta esclusivamente per il mercato locale. Allo stesso tempo ottenne anche diverse licenze per la costruzione di modelli esteri all’interno del paese: scooter italiani, motociclette Royal Enfield, Morris Oxford ...
Con l’inizio degli anni ’60 avviene la fondazione della International Tractor Company of India (ITCI), una joint venture con American International Harvester Company e Volatas Ltd., leader nella produzione e commercializzazione di trattori e macchine agricole. Nel frattempo la produzione di Mahindra, ora consolidata, supera i 10.000 veicoli. L’apertura di più di una concessionaria Mahindra al mese in questo periodo segna il punto di svolta della casa. Successivamente, nel 1962, M&M fonda la Mahindra Ugine Steel Company, dedicata alla produzione di leghe di acciaio. Tre anni dopo inizia la produzione di veicoli commerciali leggeri, che vengono venduti ed esportati dal 1969.

Un ventennio di successi per i trattori Mahindra


Mahindra Engineering & Chemical Products Ltd. Nagpur Tractor Plant, una società del gruppo dedicata alla produzione di attrezzi agricoli e valvole di controllo idraulico, nacque negli anni '70. Già nel 1977, ITCI e Mahindra & Mahindra si fusero per diventare una seconda divisione di prodotti agricoli. Successivamente il marchio indiano ottenne, due anni dopo, la licenza da Peugeot per la produzione di motori diesel nello stabilimento di Ghatkopar.
Nel 1982 perciò nacque Mahindra come marchio di trattori; due anni dopo questo produceva già 18.000 veicoli all'anno. L'azienda diventa in poco tempo leader nel mercato indiano dei trattori, posizione che ha mantenuto saldamente fino ad oggi. Nel frattempo, nel 1983, venne anche inaugurato lo stabilimento di assemblaggio motori di Igatpuri. Due anni dopo, Mahindra si affermò anche come leader nella produzione e commercializzazione di veicoli 4x4 in India, diventando il principale fornitore di questo tipo di auto per le forze armate del paese. Infine, nel 1986, fu fondata Mahindra Telecom, già Mahindra British Telecom, una joint venture con British Telecommunications (BT) nel campo delle telecomunicazioni.
In qualsiasi settore in cui opera Mahindra prezzi accessibili e affidabilità sono due fattori chiave, da tenere in grandissima considerazione. Saranno proprio loro, uniti ad un grande numero di investimenti riusciti, a fare la fortuna della società indiana.

Dagli anni ’90 in poi il marchio si consolida


Nel 1991, Mahindra è passata dall'importazione di kit per produrre vecchie Jeep all'esportazione in paesi come l'Iran, stato diventato a sua volta produttore. La società diversifica anche le sue aree di business: Mahindra Financial Services Limited (fornitore all'ingrosso di fondi); Mahindra USA Inc (rivenditore di trattori USA); Mahindra auto Ford India Limited ("joint venture" con la Ford Motor Company per la produzione di autovetture); Mahindra & Resorts India Limited (tour operator); Mahindra Consulting (ora Bristlecone) e Mahindra United World College India (istruzione universitaria). L'azienda, inoltre, ha continuato la sua tradizione automobilistica, collaborando con Mitsubishi nel 1995 per la produzione locale del monovolume L 300.

L’espansione mondiale di Mahindra non conosce limiti


Con il nuovo millennio arriva la presentazione del Bolero, un semplice pick-up con trazione posteriore o integrale. In quel momento Mahindra è nel pieno della crescita e dell'espansione, con la creazione e l'acquisizione di nuove società e il lancio di prodotti in tutti i settori in cui opera.
Mahindra Tractors, ad esempio, riceve un prestigioso Deming per l'eccellenza nella qualità; allo stesso tempo viene fondata Mahindra International Limited, una joint venture con la società International Truck and Motor Corporation per la produzione di camion e autobus in India.
Nel frattempo Mahindra Stokes acquisisce la più grande azienda di metalli forgiati per la produzione automobilistica nel Regno Unito. Il marchio sigla un accordo con Renault, che istituisce nel Paese asiatico un'associazione strategica con sede a Greenfield, con una capacità produttiva di 500.000 veicoli l'anno, nell'arco di 5 anni. L'azienda indiana ottiene anche una quota di maggioranza in Jeco Holding AG e una quota di maggioranza in Punjab Tractors Ltd.
Nel 2002 Mahindra auto lanciò il modello 4x4 chiamato Goa, rinominato Scorpio in altri mercati, con un motore turbodiesel common rail 2.6. Da questo veicolo derivò anche una gamma di pick-up con diversi tipi di carrozzeria e cabine, disponibili dal 2006. Per tutti questi SUV Mahindra prezzi e allestimenti a listino sono semplici, ma completi di tutti i comfort desiderabili.
Nel 2004 il produttore indiano ha finalmente raggiunto il milione di unità, creando in Uruguay uno stabilimento per l'assemblaggio del Bolero. A metà tra i due eventi, nel 2005, venne anche fondata la casa Renault Mahindra Limited, una “joint venture” per la produzione indiana della Dacia Logan destinata al mercato locale. In un prossimo futuro, precisamente nel luglio 2006, iniziarono le operazioni commerciali di Mahindra in tutta la penisola italica: il suo arrivo in Italia è avvenuto con l’apertura di una concessionaria Mahindra dietro l’altra, raggiungendo in pochi anni una rete di 30 centri.
Nel 2007 è iniziata anche la produzione di modelli in Egitto, che è stata successivamente estesa a paesi come il Ghana. Un anno dopo, in Brasile, venne aperto uno stabilimento per l'assemblaggio dei modelli Mahindra SUV Goa e Scorpios, pick-up destinati ai rispettivi mercati. Infine, nel 2009 Mahindra auto ha iniziato le sue operazioni automobilistiche sul suolo nordamericano, attraverso un piano ambizioso che include l'acquisizione di 789 punti vendita in precedenza di Chrysler, Jeep e Dodge.
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